ELEZIONI REGIONALI 2020
Emanuela Della Campa: 'Il mio impegno per sanità e lavoro'
L'attivista del M5S sarà candidata alle prossime elezioni regionali: è stata selezionata per la Provincia di Brindisi, attraverso la piattaforma Rousseau – Di origini napoletane è avvocato e mediatrice culturale

Fasano – Emanuela Della Campa, è candidata per il Movimento Cinque Stelle alle regionali del 20 e 21 settembre. Residente a Pozzo Faceto è fasanese d'adozione, essendo originaria di Napoli. È stata selezionata attraverso le consultazioni sulla piattaforma Rousseau, risultando 5ª nella lista di Brindisi con 69 voti. Nelle scorse elezioni comunali era stata la più suffragata, con 281 voti di preferenza, della lista del movimento pentastellato.
Come nasce ora la sua candidatura alle regionali?
«A luglio del 2019 – racconta la Della Campa a Osservatorio –: visto il mio buon risultato elettorale alle elezioni comunali e il mio attivismo costante, nonostante non fossi stata eletta consigliera, Raffaele Trisciuzzi mi propose di cominciare a pensare a una mia possibile candidatura alle regionali, perché riteneva opportuno provare a portare le istanze del nostro territorio in consiglio regionale. Gli dissi che ci avrei pensato. Quando Raffaele ha lasciato il movimento, la proposta mi è stata rinnovata dal nuovo gruppo di attivisti. Voglio precisare che non mi sento una politica nel senso stretto del termine. Fui contattata da Raffaele quattro anni fa per candidarmi alle comunali, perché sono stata sempre una donna molto attiva, “un vulcano” come mi definiscono i miei amici. Io sono stata sempre in prima linea riguardo alle problematiche della scuola, del volontariato del terzo settore, dei migranti, dell'ambiente e degli animali. Devo dire la verità, fui molto titubante ad accettare la proposta. Fu mio marito, il mio primo estimatore, a spingermi a candidarmi dicendomi che entrando attivamente in politica avrei potuto seguire con particolare attenzione le tematiche che mi sono tanto care. In tal senso, quando nell'ottobre scorso mi fu chiesto dal gruppo degli attivisti di proporre la mia candidatura alle regionali, da una parte ero reticente, anche perché consapevole anche delle brutture della politica! Dall'altro lato, non avendo più una voce in consiglio comunale che ci rappresentasse, come M5S, decisi allora di dare la mia disponibilità proprio per accendere nuovamente un faro sul gruppo degli attivisti locali, perché avevo notato che non facendo più parte della compagine istituzionale, avevamo meno voce in capitolo, essendo diventati quasi invisibili. Così mi sono sottoposta al sondaggio della piattaforma Rousseau e attraverso il quale stata selezionata fra i cinque candidati».
A livello nazionale si è tentato di mettere insieme per le regionali PD e Movimento 5 Stelle per evitare di far vincere la destra. In Puglia, il Movimento ha rifiutato un'intesa con Emiliano. Tu come la pensi?
«Penso che in ogni gruppo debba esserci un minimo di gerarchia. Le decisioni credo debbano essere prese da chi si trova un gradino superiore rispetto al mio. Sicuramente sono determinata a far vincere».
Quali sono a tuo giudizio le problematiche più urgenti da risolvere per la Regione Puglia?
«Il problema della sanità è sotto gli occhi di tutti, essendo balzato agli occhi in maniera più che evidente durante l'emergenza Covid. Uno dei motivi per cui mi sono avvicinata a questa forza politica è stato il desiderio di rendere nuovamente pubblico tutto ciò che è di fruibilità della comunità. In questo periodo ho approfondito il funzionamento della sanità a livello nazionale e regionale. Credo che i politici debbano fare un passo indietro in questo settore, ammettendo che l'aver pensato di migliorare la sanità con la privatizzazione di parte della sanità e di molti servizi da offrire agli utenti tramite convenzioni con asl, sia stato un grave errore. Non voglio accanirmi contro ciò che è stata la sanità in Lombardia durante l'emergenza Covid perché vorrebbe dire calpestare tante morti di poveri cittadini italiani. E allora, come si dice a Napoli, “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto... chi ha dato, ha dato, ha dato... scurdámmoce 'o ppassato”, e vediamo d'ora in poi di fare qualcosa di buono per la sanita. Gli speculatori facciano un passo indietro: non si può lucrare sulla salute dei cittadini. Negli ultimi mesi molte persone sono decedute perché sono venuti meno dei servizi che avrebbero dovuto essergli garantiti. A tanta gente sono state negate le cure necessarie. Le liste di attesa sono insopportabili: chi ha bisogno di una visita non può attendere mesi, nel migliore dei casi. Le nomine nel campo della sanità fatte dalla politica non in base alla competenza, ma al grado di appartenenza sono insopportabili.
L'altro gravissimo problema da provare a risolvere è quello del lavoro. Io, come mio marito sono napoletana. Aveva avuto la possibilità di trasferirmi a Milano. Ma mio marito (non eravamo ancora sposati) mi pregò di scegliere una città di mare. Così decisi di seguirlo a Fasano, dove mio marito lavorava nella Caserma di Torre Canne. Constato però che questa scelta ha pregiudicato le mie opportunità di lavoro. Quando sono venuta a Fasano io era già avvocato: mi volevano però trattare come una praticante. Per lavorare ho dovuto guardare in giro in tutta la Puglia, da Trinitapoli alla Grecìa Salentina: ho fatto anche la consulente aziendale. Quello del lavoro per la Puglia, come per tutte le altre regioni del Sud, è un problema molto serio».
Sei stata presente, fra il pubblico, alla manifestazione organizzata dalla Lega di Fasano per l'arrivo di Salvini. Che idea ti sei fatta?
«Ha chiamato i contestatori “figli di papà”: non riesco a comprendere come un politico possa additare delle persone in un determinato modo ed avere dei pregiudizi senza nemmeno conoscerle. Questo è un limite che un politico non deve mai avere. Salvini è stato Ministro degli Interni: come fa a dire delle bugie e delle falsità così grosse quando parla di migranti come dei “turisti”. Io sono anche mediatrice culturale e ho lavorato sia come legale che come mediatrice nei centri di accoglienza: ma qualcuno della Lega ci è mai stato in uno di questi centri? Si è mai reso conto di molte delle loro storie, dei soprusi subiti in paesi dove la guerra e le persecuzioni sono all'ordine del giorno? E poi come si può pensare di tacciare qualcuno di essere “sfaticato” quando magari è partito molto più indietro rispetto a chi è nato in una famiglia modesta ma almeno con un lavoro e con una pelle bianca, che ancora oggi è un discrimine! Io vengo da un quartiere di Napoli dove alcune famiglie venivano chiamate le “Tribù” perché erano ignoranti: come può Salvini condannare queste persone se non hanno mai avuto altri tipi di possibilità di vita. È questo quel tipo di politica che io voglio sconfiggere. Da un lato ho visto un propagandista di questo genere, dall'altro ho visto dei cittadini che applaudivano pensando che gli stessero dicendo tutte verità. Ritengo quindi che sia necessario parlare con la gente, per fagli capire che molte cose che gli vengono raccontate non corrispondono alla realtà».
Il M5S ha registrato la fuoriuscita di Raffele Trisciuzzi, leader del movimento: pensi che ciò influirà sul risultato elettorale a Fasano?
«Sicuramente i voti cambieranno: ci saranno persone che non vedranno in me una loro rappresentante, così come persone che sceglieranno di votare me, perché non c'è più Raffaele come loro “portavoce”. Penso si registrerà un miscuglio di voti, con un movimento di acque».
di Redazione
15/09/2020 alle 05:45:17
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